Arditi – Emblem of Victory

Attivi da più di vent’anni anni nella scena Martial Industrial, gli svedesi Arditi ne sono stati sin dall’inizio i più fieri e intransigenti rappresentanti. “Emblem of Victory”, uscito a Gennaio 2023, è il nuovo album di Henry Möller e Mårten Björkman e conferma il predominio indiscusso del duo. Nessuna resa e nessun cedimento, rispetto ad un rigore marziale che porta avanti contenuti e sonorità evidentemente scomodi e dirompenti per la società contemporanea.

Il lavoro esce in formato cd e LP (300 copie di vinile rigorosamente nero) per Blooddawn Productions, label Black Metal svedese che aveva dato alle stampe nel 2004 un’altro album dei Nostri in formato cd, “Spirit Of Sacrifice”. Chi conosce bene le origini degli Arditi sa che esse affondano anche nella scena Black Metal oltre che in quella Industrial. Björkman è la voce, sin dagli anni Novanta, della band di metallo nero Algaion. Inoltre, il duo ha collaborato in passato con mostri sacri del genere come Marduk, Sorhin e Acherontas.

Al contempo, Henry Möller ha militato in passato nei leggendari Puissance, assieme a Fredrik Söderlund, altro musicista con un passato in band Black Metal (Octinomos e Parnassus). Non serve ricordare in questa sede come il duo Martial Industrial apocalittico dei Puissance abbia contribuito a fare la storia della label Cold Meat Industry. Del resto, ai tempi Möller collaborava attivamente con Roger Karmanik alla gestione del negozio della CMI a Linköping. È anche merito suo se molti “blackster” iniziarono a frequentare certi giri sotterranei di musica Industrial negli anni Novanta. Lo ha ricordato tempo fa lo stesso Karmanik in un’intervista recente.

Möller ha anche creato nel 2010 Leidungr, un progetto “Nordic Ritual Folk” ispirato alla mitologia, allo spirito norreno e alle sue origini scandinave. Inoltre, assieme a Leslie Chepstow, fa parte di Níundi, altro progetto di stampo ritualistico e atmosferico ispirato all’antica magia norrena e alla stregoneria scandinava. Un certo tocco alla Leidungr si ritrova anche in questo ultimo lavoro degli Arditi, specie nelle tracce più atmosferiche.

Quel che è certo è che un disco degli Arditi lo riconosci subito, pur nell’evoluzione di un suono Industrial realmente archeofuturista. Il duo infatti ha dichiarato di ispirarsi, oltre alle gesta eroiche del reparto degli Arditi, anche ai Futuristi italiani e ai loro “intonarumori”. Nel loro tritacarne industriale finiscono spesso campionamenti di marce e discorsi degli anni venti e trenta del Novecento, molto spesso scanditi da implacabili tamburi. Le percussioni si ergono da mantra sepolcrali e pulsioni Dark Ambient alla CMI e tutto prende la forma un incedere sacrale, primordiale e senza tempo.

Le otto tracce che compongono “Emblem of Victory” mostrano degli Arditi in stato di grazia. Si passa dall’ipnotico brano omonimo, uno dei più cupi e avvolgenti della loro carriera, con un incedere di tamburi sempre più incalzante, al rumorismo bellicista di “Words Made of Stone”, passando per la marcia di guerra di “Gloria Victis” che incendia le anime con un’altisonante e imperiosa voce narrante.

“60 Thousand Dreams” conclude la prima parte del disco con una traccia che riassume il tutto, amplificando le percussioni e il furore bellicista. Un episodio veramente ottimo da ascoltare ad alto volume per goderne ed esserne trasportati a pieno.

La seconda parte dell’album si apre com una “Wreath of Oak Leaves” che sembra muoversi nel bosco più nero e primordiale, un po’ alla Leidungr. Emergono qui e nella successiva “Bereitstellung”, uno dei migliori brani dell’album, diverse reminiscenze dei Puissance più epici mescolati all’Industrial anni Novanta di marca CMI.

“Livets innersta väsen”, traducibile come “l’essenza più intima della vita”, invece, è un brano che lascia spazio ad atmosfere eteree mentre una voce ci guida tra paesaggi sonori realmente evocativi ed estatici. Sorprende la cura dei suoni che emerge anche nell’incedere neoclassico, un po’ vicino ai primi Arcana, della magnifica “Ausmarsch” che conclude degnamente una delle migliori prove degli Arditi.

Capaci di galvanizzare l’ascoltatore con una musica minacciosa e dal pugno di ferro, gli Arditi si elevano ancora una volta per sfidare il proprio tempo e lo fanno con un possente e titanico “Emblem of Victory”.

Tracklist:

  1. Emblem Of Victory
  2. Gloria Victis
  3. Words Made Of Stone
  4. 60 Thousand Dreams
  5. Wreath Of Oak Leaves
  6. Bereitstellung
  7. Livets Innersta Väsen
  8. Ausmarsch