Brighter Death Now – Everything is gonna be alright

Sembra proprio che questi “tempi interessanti” siano d’ispirazione ed esaltino il perverso genio di Roger Karmanik. Nemmeno il tempo di gustarci l’ottimo ritorno della sua creatura Brighter Death Now con l’album “All Too Bad – Bad To All” che l’artista svedese ci propone un bel dieci pollici in vinile trasparente intitolato, non senza un pizzico di cinismo e umorismo macabro, “Everything’s Gonna Be Alright“.

Limitato a sole 500 copie, il disco presenta quattro nuove tracce di perverso e polimorfo Death Industrial in puro stile svedese. Non a caso, il lavoro esce sotto il marchio della rinata Cold Meat Industrial. Si tratta della terza uscita del nuovo corso della label che, dalla fine degli anni Ottanta, ha cambiato per sempre il volto della musica (post)Industrial.

Ci si affaccia con timore reverenziale ed innocenza all’ascolto (scherzo, quest’ultima ormai è andata perduta da tempo immemore). Spiamo da una finestra quel che accade in una stanza buia, proprio come suggerisce la bella copertina dell’album: una foto vintage, piena di malizia.

S’inizia subito con il botto. “I Tell The Truth” è un brano che si apre con vibrazioni angoscianti e tra le frequenza emerge un campionamento inquietante. La registrazione mostra le risposte di uno schizofrenico catatonico al colloquio con il suo psichiatra (no, il paziente non è Greta Thunberg). Pian, piano, il rumore monta sommergendo la voce del caso clinico. Siamo dalle parte del miglior Industrial alla SPK e i fantasmi deformi delle sonorità di un album seminale come “Leichenschrei” aleggiano su una società per troppo tempo in cattività. Una società evidentemente presa nella morsa di in un lockdown esistenziale, un’ipnosi catatonica di massa da cui è molto arduo risvegliarsi.


La seconda traccia “Prepared for Life With a Knife” continua con basse frequenze implosive sul modello dell’album appena pubblicato. Per certi versi, sembra di tornare alle sonorità mortifere ed omicide di un capolavoro come “Great Death” (1994). A questo punto le pulsazioni iniziano a rallentare in maniera preoccupante. Entra in gioco “There is a Rule”, episodio che gioca con onde sonore moleste e malevole che ricordano i gorghi sonori di “Necrose Evangelicum” (1995). Bordoni neri si ergono su stessi mentre la voce di un Karmanik proveniente dall’oltretomba scandisce “No shame” con l’entusiasmo di un malato terminale che sta esalando l’ultimo respiro. Il brano sfuma su una leggerissima musichetta folk/country poco udibile.

L’ultimo brano, “Love Hard”, presenta una collaborazione molto interessante con il gruppo svedese Isotope Soap, alfieri di un ruvido synth punk noiseggiante. Alla voce questa volta troviamo una demoniaca Åsa Tedebro, qui vestale delle tenebre più nere. Immaginate un connubio tra i primissimi Throbbing Gristle e Lydia Lunch e andrete vicini a un risultato che sembra riportarci direttamente agli albori della più genuina e iconoclasta “Industrial Muzak“. Un basso martellante e delle grida emergono da una registrazione low-fi, esiziale e disumana.

Per i più devoti c’è anche la possibilità di acquistare una t-shirt che mostra un pugno chiuso ma non certo da agitare in area per velleità politiche. Infatti, sotto il logo c’è la scritta “Linköping fistfuckers” che suggerisce bene dove inserirlo, magari sino al gomito e con tutto l’ardito amore possibile. Del resto, c’è a chi piace riceverlo e chi siamo noi per negarglielo? Linköping, invece, si riferisce al nome della piccola cittadina svedese dove vive Karmanik, luogo che ha visto nascere la Cold Meat Industry. Devono esserci proprio delle buone vibrazioni da quelle parti, magari qualcosa nell’aria… alto che scie chimiche.

Insomma, ricordate: ”The Rule is NO!”. Brighter Death Now è nell’etere per tranquillizzarti e ricordati che “Everything’s Gonna Be Alright”. E da qualche parte, lontano, si ode una fragorosa sinistra risata.

Tracklist:

  1. I Tell The Truth
  2. Prepared for Life With a Knife
  3. There is a Rule
  4. Love Hard