Classifica dei migliori album del 2022… inizia un nuovo ciclo solare, nessuna resa!

In memory of Albin Julius
16 October 1967 –4 May 2022

1) Deströyer 666 – Never Surrender

Nessuna resa per i lupi australiani. Il nuovo album dei Deströyer 666 è caduto come un fulmine “numinoso” dal cielo più nero. Siamo di fronte ad un lavoro selvaggio e ferale anticipato da due brani tuonati, “Guillotine” e “Andraste”, che lasciavano presagire che “Never Surrender” sarebbe stato il nostro disco dell’anno. Nessuna concessione al politicamente corretto o alla moderazione dei toni. I Deströyer 666 se ne fregano e vanno avanti a testa alta nel denunciare lo scempio della censura del pensiero unico globalista e i gulag dell’ipocondria piccolo-borghese, e lo fanno mostrando un bel dito medio.

2) Deathspell Omega – The Long Defeat

Il ritorno dei Deathspell Omega fa sempre piacere, soprattutto alla viglia di un possibile conflitto nucleare. Il tempo rimasto potrebbe essere poco, tanto vale passarlo ad ascoltare “The Long Defeat”, ennesima emanazione di una ricerca costante che ruota attorno alla materia Black Metal, tra bile blasfema e velenosa avanguardia finemente distillata.

3) Nokturnal Mortum – До Лунарної Поезії = To Lunar Poetry

Poesia lunare sepolta ma mai dimenticata e che oggi riemerge di nuovo, nel momento più buio per la loro terra. Oggi i Nokturnal Mortum con “To Lunar Poety” reinterpretano quel gioiello degli anni Novanta che fu il loro demo “Lunar Poetry”, uscito nel lontano 1996. L’album è corredato anche da una nuova versione di un loro brano non presente in origine, il classico imprescindibile “Return Of The Vampire Lord” del 1997. Lo spirito indomito del Black Metal ucraino continua, anche sotto le bombe. Slava Ukraïni!

4) Den Sorte Død – Depressiv Magi

Il duo, ormai accasatosi presso l’ottima label Cyclic Law, si conferma ancora una volta un progetto essenziale per tutti i cultori di Dungeon Synth e musica cosmica ma, in realtà, il loro mortifero Dark Ambient affonda nelle viscere degli anni Novanta targati Cold Meat Industry, la tradizione della musica nordica Post-Industrial più fredda e oscura. La morte nera è qui e non fa sconti a nessuno.

5) Djevel – Naa Skrider Natten Sort

“Naa Skrider Natten Sort” è uno dei migliori album mai realizzati dalla band norvegese formata da Ciekals, Kvitrim e Faust (leggendario batterista dei primi Emperor). Il nuovo lavoro continua sulla scia del precedente”Tanker Som Rir Natten”, mettendo ancora più in luce il lato cupamente melodico e le atmosfere glaciali di un Black Metal norvegese che suona classico e senza tempo, nero come la notte senza luna e senza stelle.

6) Lifvsleda – Sepulkral Dedikation

Alla seconda prova su lunga distanza, i Lifvsleda si confermano come una delle realtà più interessanti nell’ambito del Black Metal svedese. “Sepulkral Dedikation” esce per Norma Evangelium Diaboli, un’etichetta garanzia come al solito di qualità e serietà.
Appena messo sul piatto l’album sprigiona da subito un Black Metal melodico sepolcrale, pregno di influenze anni Novanta ma originale nella scrittura e nella sapiente tessitura di nere atmosfere.

7) Nordvargr – Resignation I – II – III

E se la musica Techno fosse stata inventata nel 1800? Nordvargr con il suo progetto Resignation parte da questa bizzarra idea per costruire una sorta di prometeica Ur-Techno. Siamo di fronte ad suono che non evoca capannoni di fabbriche dismesse ma primordiali pulsioni ctonie archeofuturiste.
Il musicista svedese disegna paesaggi sonori affollati di entità non umane: un’immaginaria copulazione tra ardite macchine industriali ottocentesche e una natura primigenia, ribollente, a tratti lovecraftiana.

8) Ulvtharm – Wrēkō

Wrēkō è una parola proto-germanica che significa persecuzione o vendetta. È anche il titolo del debutto solista in campo Black Industrial di Ulvtharm (Jouni Heikki Ollila), membro assieme a Nordvargr e Drakh della leggendaria formazione svedese Mz.412. È un sound saturo di reminiscenze della Cold Meat Industry anni Novanta che riesce a suonare ancora freddo come la morte, realmente terrorizzante e angosciante in alcune sue parti.

9) Rome – Hegemonikon – a Journey to the End of Light

Con un titolo che sembra rovesciare quello del famoso libro di Louis-Ferdinand Céline, arriva il nuovo album di Rome. Una nave si fa strada tra il gelo artico ma non si tratta di un viaggio “al termine della notte”, bensì verso la luce che scompare. Ma di che fulgore iperboreo o tramonto si tratta? Forse, come suggerisce il titolo, per scoprirlo dovremmo farci guidare dall’hegemonikon, il “principio direttivo” di cui parlavano già gli Stoici: un principio capace di incanalare le sensazioni verso una direzione precisa: “senso” inteso non solo come sensazione sensibile ma come rotta e finalità.

10) Bøltorn – Dødsverk

“Skandinavian old-school industrial and power electronics”: ecco come si presenta il trio dei Bøltorn formato da K.K., S.S. e H.N.B. In realtà, si conosce soltanto l’identità di quest’ultimo, l’iperattivo e prolifico artista svedese Henrik Nordvargr Björkk, già nei Mz.412 e nei Pouppée Fabrikk. Degli altri due, originari iniziatori del progetto, si sa che sono norvegesi e poco altro.

11) Bekëth Nexëhmü – De Evigas Gravrit

12) Hate Forest – Innermost

13) Absurd – Schwarze Bande

14) Wolfnacht / Goatmoon / Thy Serpent

15) Mosaic – Heimatspuk

16) Ymir – Aeons of Sorrow

17) Månegarm – Ynglingaättens Öde

18) Vultyrium – Vultyrium

19) Grand Belial’s Key – Kohanic Charmers

20) King Dude & Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand – Black Rider On The Storm

21) Ordo Rosarius Equilibrio – Nihilist Notes (And the Perpetual Quest 4 Meaning in Nothing)

Migliori EP

Brighter Death Now – Everything is gonna be alright

Ordo Rosarius Equilibrio – La Fleur du Mal

Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand – Dream Your Life Away

Comando Praetorio – Sovvertire la Tirannia della Luce

TourdeForce – Six in the Key of Death

L’Amara – Beautiful Losers