Leidungr ‎- Gryning Flammar

Nato nel 2010 come progetto Nordic Ritual Folk ad opera di Henry Möller (Arditi e Puissance), Michayah Belfagor (Nefandus e Ofermod) e Peter Ståhl (Arditi), i Leidungr nel corso della loro carriera hanno esplorato gli antichi miti e la spiritualità del nord Europa con un occhio di riguardo alle radici indoeuropee e ad un indomito spirito guerriero che la modernità non è riuscita a scalfire.

Divenuto ben presto un duo formato da Möller e Ståhl, i Leidungr hanno creato un connubio unico tra pulsioni martial industrial (si sentono ovviamente le radici sonore di Puissance e Arditi), dark ambient e ipnotiche derive rituali che ricordano i primi album dei Wardruna e gli Heilung più mistici e sciamanici.

“Gryning Flammar” è il loro nuovo album, pubblicato per la tedesca SkullLine in tre diversi formati: normale CD, doppio CD con 4 cartoline limitato a 50 copie. Inoltre, è stata realizzata anche un esclusivo Box-Set (doppio CD e cartoline incluse) sempre in 50 esemplari, sigillo in cera e copie numerate a mano. Il bonus CD vede la presenza di due lunghe session intitolate “Odainsacre”, un omaggio rituale alla divinità principale del pantheon norreno, Odino. Il “Padre di tutti” campeggia anche sulla copertina dell’album assiso sul suo trono, lo Hliðskjálf, da cui il Dio monocolo scruta tutti i nove mondi.

L’artwork è stato curato dall’artista svedese H.W. e dal tedesco Sascha P. L’aspetto grafico è parte integrante di un lavoro di ricerca mirabile che completa anche sul versante iconografico un album eccelso. Siamo di fronte ad un lavoro che spinge verso nuove vette il genere nato dalle ceneri del neofolk. Un’aurea sacrale e marziale qui si fonde con un’elettronica mesmerica. I richiami al folk scandinavo sfociano in un suono ambient realmente archeo-futurista. Quella dei Leidungr è una musica cupa e funerea per prepararci spiritualmente e mentalmente al futuro post-distopico che ci attende. Del resto, quello degli svedesi è un sound contemporaneo che riesce a evocare lo spirito dei propri antenati. Qui si ode il richiamo del proprio sangue, cosa che ancora conta per chi non si è arreso al tramonto dell’Occidente.

Se gli ultimi lavori dei Wardruna si soffermano sugli aspetti animisti della spiritualità norrena, qui si respira ancora l’aria dei campi di battaglia. Tamburi marziali segnano il passo in brani come “De forntidsvise” e in “Gryning Flammar”. In quest’ultima traccia in particolare traspare una tensione palpabile. Il recitato di Ståhl acquista un vigore sacrale, ricordando i momenti più alti degli Arditi, in particolare rievocando qui l’ottimo “Imposing Elitism” (2014).

Il suono dei Leidungr è a tratti memore di quello della label svedese Cold Meat Industry degli anni Novanta, come si evince ascoltando una traccia come “Asugisalaz”. Il titolo è ispirato a un’iscrizione runica su una lancia vichinga trovata a Fyn in Danimarca. “Ärans Tempel” è brano oscuro dedicato al “tempio della gloria”, forse quello di Uppsala dove si veneravano le statue di Thor, Wotan e Freyr, ovvero le tre personificazioni della società tripartita indoeuropea, come fece notare il linguista, filologo e storico delle religioni Georges Dumézil.

“I djupets gömma” ricorda un po’ il lavoro dell’artista svedese conosciuto come Forndom ma anche il tribalismo ritual folk del danese Danheim. Anche qui le percussioni hanno un ruolo in primo piano, quasi fossero erette per sostenere una visione propria di divinità ctonie. Un rave per vichinghi e berserkers assetati di sangue sfocia nell’elettronica di “Irilaz”. Il nome di quest’ultima traccia è tratto da un’iscrizione trovata sulla pietra runica di Rosseland, in Norvegia.

Il finale dell’album è affidato a “Själens slöjor rämna” (I veli dell’anima si spezzano). Qui Ståhl recita le parole dello scrittore e poeta svedese Carl Gustaf Verner von Heidenstam (1859-1940). Si tratta della poesia intitolata “Ålderdomen”, mirabile componimento di von Heidenstam dedicato al tempo che passa, alla vecchiaia che sopraggiunge, all’accettazione del ciclo vitale e del proprio destino. È un testo molto conosciuto in Svezia e di recente è stato utilizzato anche dalla band neofolk svedese Solblot.

“Odainsacre” è il bonus CD presente nell’edizione limitata. Al suo interno troviamo due lunghe tracce dark ambient alla Lustmørd, distribuite in precedenza solo in digitale. Un viaggio introspettivo nell’anima nordica che abbraccia un’istintualità che ci ricollega al cosmo e alla natura.

Nell’abito di un genere abbastanza recente come il Nordic Ritual Folk, i Leidunger si siano ritagliati un proprio spazio. Colpiscono il bersaglio con solidi contenuti e una visione estetica che mantiene le sue fiere e virili radici indoeuropee. Al contempo la loro ispirazione suona particolarmente adatta alle sfide che ci attendono in futuro. Dalla Scandinavia sembra che non tutto sia perduto. Per citare Friedrich Hölderlin: “Dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva”. Naturalmente, in un’ottica etenista/neopagana la salvezza dipende dalle battaglie che gli esseri umani combattono tutti i giorni. Battaglie che vanno affrontate senza paura, a volte andando incontro alla morte. La vita non è altro che un lungo conflitto, sino a quando il filo intessuti dalle Norne non si spezzerà.

Tracklist:

  1. De forntidsvise
  2. Högtidlig lik en gud
  3. Gryning flammar
  4. Asugisalaz
  5. Ärans Tempel
  6. I djupets gömma
  7. Irilaz
  8. Själens slöjor rämna

Bonus CD:

  1. Odainsacre I
  2. Odainsacre II