L’Amara – In Vino Veritas

Hanno scritto che il Neofolk è morto ma ad ascoltare il nuovo album de L’Amara non sembrerebbe.
In alto i calici, brindiamo al nuovo anno con un melanconico italico folk “da cantare a squarciagola” fatto di solo “sangue e osteria”, per citare il testo di uno dei brani migliori, quell´”Osteria della morte” ripreso e arrangiato Jonny Bergman a partire da vecchio inedito dei Calle della Morte.

Tra vino e immancabili coltelli, per redimere le dispute, nell’album, pubblicato come al solito da SPQR label, emerge persino una cover di Piero Ciampi. La classica “Il vino” qui è interpretata da un inspirato Giovanni Leonardi, accompagnato dalla chitarra classica di Fabrizio Forghieri e dalla fisarmonica di Bud Graziano. Al brano si accompagna anche un video con una Venezia d’altri tempi, spettrale e magnifica, un set perfetto per intrighi e regolamenti di conti.

Ottima anche “Sul Bordo Di Un Bicchiere”, una canzone realizzata solo con chitarra acustica e voce da Vido Emanuel con il suo timbro inconfondibile. “Segue l’altrettanto valida “Giudicato e proscritto”, cantata da Leonardi con Andrea Bud Graziano a dar man forte agli arrangiamenti. Emerge qui la figura dell’anti-eroe, molto cara ad una band seminale come quella degli Ain Soph. Del resto, il combo romano rimane una delle influenze più evidenti de L’Amara.
Invece, in “Y te diro por què” di Vinz Aquarian, tra atmosfere sudamericane, sentiamo un po’ l’eco di un’altra band della Hau Ruck!, ovvero gli eclettici, mai dimenticati, Nový Svět.

Nella parte centrale dell’album troviamo “il Malcontento II”. È una sorta di remix/reinterpretazione che vede la partecipazione di Aima Lichtblau che con la sua voce rende in maniera superba il brano originale. Qui i Nostri riecheggiando un po’ i Dead Can Dance. Il tutto, ovviamente, è in chiave italo-folk con tanto di fisarmoniche e un malcelato malcontento dove “Morivi come una stella”.
In “Il Calice, la lama e l’inferno” torna il classico tema della vendetta riparatrice di torti, uno dei temi più ricorrenti nell’universo de L’Amara. Pregevole, anche la ballata realizzata da Daniele Iannacone, quel “Verso il fondo” dal sapore schiettamente cantautorale, un po’ alla De André.

Nel finale, compare lo spettro di Giorgio Strehler con “Ma Mi”, canzone in dialetto milanese che assieme a “Quando è finito il vino” stempera il tutto in derive elettriche Post-Industrial Folk.
Il tutto, si conclude ironicamente con un campionamento del film “Accadde al Penitenziario” (1955) di Giorgio Bianchi con un grande Alberto Sordi simbolo, nel bene e nel male, di una certa italianità.
Tra pulsioni dionisiache e malinconico malcontento il Neofolk italiano da osteria veleggia per il mediterraneo con il suo bagaglio di ricordi e una sola certezza: “In vino veritas”.

Il Neofolk è vivo e lotta assieme A NOI! Brindiamo a l’Amara!


Tracklist:

  1. In Vino Veritas
  2. Il Vino
  3. Osteria della Morte
  4. Sul bordo del bicchiere
  5. Giudicato e Proscritto
  6. Il Malcontento II
  7. Il Calice, la lama e l’inferno
  8. Y te diro por què
  9. Verso il fondo
  10. Ma mi
  11. Quand’è finito il vino