Comando Praetorio – Sovvertire la Tirannia della Luce

Il nuovo EP della band black metal piemontese segna un’altra vetta dopo l’ottimo album d’esordio “Ignee Sacertà Ctonie”, uscito anch’esso per Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum. Con un nuovo cantante, Damien, che ha preso il posto di A.M., il gruppo formato da Ans (chitarra), L. Opfergeist (batteria) e F.A.K (Basso) realizzano due lunghi brani di metallo nero atmosferico con un approccio tradizionale e fieramente non conforme.

Sia Ans che Opfergeist provengono dal Movimento D’Avanguardia Ermetico, gruppo italiano profondamente radicato nella tradizione norvegese dei primi anni Novanta. La visione elitaria dei Comando Praetorio continua quell’esperienza avendo come punti di riferimento Burzum, Les Légions Noires e diverso black metal esteuropeo.

Molto attenti a veicolare un messaggio chiaro e radicale i Nostri accompagnano la nuova uscita con queste parole:

“Sovvertire la Tirannia della Luce” si riferisce a un processo di allontanamento fisico e spirituale dalla tirannia monoteistica del sole, inteso sia come Logos della razionalità astratta, inaridente e impositiva, sia come espressione del monoteismo abramitico. Rispetto a questa ipertrofia del lato solare, l’Unico si rifugia all’ombra del cielo notturno, patrocinato dalle divinità Asuriche e Uraniche indoeuropee. Con questo atto si opera un’inversione di valori rispetto alla massificazione, intesa come conseguenza estrema delle religioni desertiche, che nel deserto sono nate ed al deserto vogliono riportare il mondo.

Oscuro e sotterraneo il loro approccio rifugge la luce dei sistemi di sorveglianza, evadendo spiritualmente dal panottico che è diventato la società attuale. I Comando Praetorio si ergono contro un deserto del reale che conforma e appiattisce il mondo. I Nostri trovano nelle loro radici indoeuropee non una linea di fuga ma un necessario passaggio al bosco (Ernst Jünger). È l’approccio del “Waldgang”, lupo tra le pecore, che non ha dimenticato il suo anelito alla libertà. Una libertà ben intesa come conquista e spinta sovrumana, nietzschiana, ad andare oltre. Il loro intento è quello di combattere la luce “monoteista” che rende tutto uguale e che fa tabula rasa delle differenze e delle fiere aspirazioni.

“Dell’oblio l’ombra siderea” apre il disco con un attacco deciso, furente che però non dimentica la giusta plumbea atmosfera inumana. Passaggi a ritmi lenti sono ben sostenuti da tastiere e riff funerei. “Ritorna il buio dell’origine uranica” chiude il lavoro con un brano potente ed epico, tra blast beat fulminei e tastiere che emergono dall’oscurità.

In poco più di ventiquattro minuti, i Comando Praetorio riescono nel loro intento di sovvertire la luce con un Black Metal dalle forti radici concettuali e spirituali, un approccio uranico di stampo primordiale. Essenziale!

Tracklist:

  1. Dell’oblio l’ombra siderea
  2. Ritorna il buio dell’origine uranica