Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand – Dream Your Life Away

Uniforms are always changing, Rock ‘n’ Roll will stay forever!” era una frase di Albin Julius coniata per accompagnare il nuovo corso del suo percorso artistico. Trasformata la sua creatura nei Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand, l’artista austriaco ha esplorato, in questi ultimi dieci anni, territori Kraut Rock e psichedelici, sino alla sua morte improvvisa il quattro maggio, a soli 55 anni.

È un decesso inaspettato che ci lascia sgomenti e ci priva di un artista di talento che ha realizzato album indimenticabili. Basti pensare solo ai suoi The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud, duo assieme ad Alzbeth, che nei primi anni Novanta realizzò diverse gemme oscure. Successivamente, dalla seconda metà dei Novanta, Julius darà vita ai Der Blutharsch, coraggioso e fondamentale progetto per la nascita e l’evoluzione di quel genere chiamato Martial Industrial.

Non vanno dimenticati i due album dei Death In June realizzati assieme a Douglas Pearce: Take Care And Control (1998) e Operation Hummingbird (1999). Si tratta di due veri e propri capolavori della Morte in Giugno che risentirono moltissimo delle sperimentazioni dei Der Blutharsch dell’epoca.

Notevole fu anche la sua collaborazione con Boyd Rice e Douglas Pearce. Sotto la sigla Boyd Rice & Fiends uscì nel 2002 l’album “Wolf Pact” e l’EP “The Registered Three”. A parte qualche uscita sporadica sotto il nome di La Maison Moderne e Fragola Nera, Albin Julius militò in tempi recenti anche nella band Space Rock croata Jastreb. Ma il grande merito di Albin Julius fu quello di essere riuscito a creare un intenso scambio tra artisti diversi, in diverse fasi della sua carriera; moltissime anche le sue collaborazioni, l’ultima con KIng Dude. Fondamentale fu per la scena Neofolk/Martial il suo ruolo come produttore discografico e talent scout. Basti ricordare le sue etichette WKN e Hau Ruck! e le loro uscite fondamentali per la storia del genere.

Oggi è doveroso ricordare anche la sua ultima uscita con la sua band Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand. A onor del vero, molti seguaci dei Der Blutharsch non apprezzarono la sua svolta psichedelica, anche se una certa trasformazione verso quei lidi era già iniziata prima del cambio del nome. Nel corso degli anni però sono usciti comunque diversi lavori validi. Tra di essi si colloca sicuramente “Dream Your Life Away”. Si tratta di un album registrato dal vivo a Vienna, il 23 ottobre 2021 che mostra la band in uno stato di grazia. Si sente che erano carichi e pronti a ricominciare dopo lo stop pandemico.

Ricordiamo, personalmente, anche la loro bella esibizione al Waves of Darkness II, festival tenuto su una nave nel mar Baltico che faceva spola tra Stoccolma e Tallin il 4 settembre 2021. Lì, suonarono alcuni brani dell’EP. Fu una bella serata ma purtroppo fu anche l’ultima in cui vedemmo Albin Julius sul palco.

Nell’album sono presenti tre tracce provenienti dall’album Wish I Weren’t Here del 2019 (“Evil”, “Wish I Weren’t Here” e “O Lord”) una, “Today I Want to Catch Clouds”, dall’album omonimo del 2014 e un’altra (“Land of Free”) da What Makes You Pray (2017). “Chant” e il brano omonimo, “Dream Your Life Away”, sono invece episodi inediti. La registrazione molto professionale dell’album uscito per Klanggalerie, non sminuisce la ruvidezza della band viennese. Robuste e schiette chitarre sostengono il canto sempre ispirato di Marthynna.

L’album s’apre con il suono di una campana e dei canti gregoriani per poi tuffarsi in sonorità kraut alla Amon Düül II. Ogni tanto affiorano persino ricordi post punk sotto acido, tra i fantasmi di Joy Division e Killing Joke. Fanno capolino sopratutto in “Wish I Weren’t Here” e “O Lord”. Il brano, invece, finale chiude il tutto con un ipnotico trip di dieci minuti dalle intense e fumose atmosfere rockeggianti anni Settanta. Chi apprezza gli ultimi Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand non rimarrà deluso.

La morte improvvisa di Albin Julius è un bruttissimo colpo ma rimane tutto ciò che negli anni lui e i suoi collaboratori hanno seminato. Pur esplorando diversi ambiti sonori ed estetici, l’artista viennese ha sempre mantenuto un’ardita voglia di osare senza renderne conto a nessuno. Senza rimorsi. Suo è stato il gran coraggio di sfidare il nostro tempo. Del resto, “Time Is Thee Enemy” cantava in lontani (ma non troppo) tempi marziali. Inoltre, il suo orgoglio e il suo temperamento erano ben espressi dal nome della sua label, WKN. L’acronimo infatti sta per la frase in tedesco “Wir Kapitulieren Niemals!”, ovvero: “non ci arrenderemo mai!”.

Tracklist:

  1. Evil
  2. Wish I Weren`t Here
  3. Chant
  4. Land of Free
  5. O Lord
  6. Today I Want to Catch Clouds
  7. Dream Your Life Away