Brighter Death Now – All Too Bad – Bad To All

Con un sinistro “Hello”, distorto dalle macchine in una voce inumana, si apre “All Too Bad – Bad To All”, il nuovo album della leggenda vivente del Death Industrial svedese. Sette tracce inedite che incarnano alla perfezione il culto di Brighter Death Now e delle marce radici della morte industriale.

A sette anni esatti dall’ultimo album (“With Promises Of Death” del 2014) Roger Karmanik ci delizia ancora con mortifere pulsazioni e frequenze assassine. Dopo aver realizzato nel 2019, “No Decency”, nastro uscito per l’americana Cloister in cui Karmanik, Lina Baby Doll e Åsa Tedebro eseguivano in una lunga suite registrata dal vivo diversi materiali del passato, è la volta di un altro capitolo, completamente inedito della lunga saga di Brighter Death Now.

Il nuovo album contiene materiale registrato tra il 2018 e il 2020. È uscito il 13 dicembre in formato cd sotto il sigillo della rinata Cold Meat Industry ma è distribuito da Tesco. In seguito, probabilmente per la primavera del 2022, dovrebbe uscire anche in vinile.
S’inizia con “Mobile Incinerator” traccia dall’incedere lento, onde di rumore che come un gorgo trascina tutto verso il basso. Siamo dalle parti di quel suono anni Novanta, implosivo e plumbeo, che ricorda capolavori come “Great Death” e “Necrose Evangelicum”. Sembra quasi di sentire l’odore di cadaveri bruciati nell’aria.

“CowCunt” e “Permanently Soiled” continuano sulla stessa strada con atmosfere che si tagliano con il coltello e presenze vocali fantasmatiche che emergono tra rumori abrasivi. Segue l’ispirato mantra nero di “Personal Booby Trap”. È un brano dove l’eco della voce distorta di Karmanik crea oscuri paesaggi sospesi tra Noise/Dark Ambient e rituali di sangue degni del più truce serial killer.

“Sex Crazy Amerika”, invece, è un brano dove galleggiano campionamenti tratti dall’America più violenta, folle e paranoica. Su tutto si staglia la voce alterata dell’artista svedese che con la successiva “Let Everything Rot” continua ad agitare la bandiera nera del nichilismo. È lo sguardo impietoso di chi ha avuto il coraggio di guardare nell’abisso. Anche qui, siamo di fronte a suoni ipnotici e mesmerici che creano ricche stratificazioni rumoriste prima della suite finale, “Dissolved”, più di undici minuti di caduta nel vuoto, un corteo funebre che sembra muoversi tra paesaggi nordici invernali popolati da cadaveri.

Karmanik incarna ancora oggi il suono autentico del Death Industrial. Qui non troverete forme edulcorate di “Menstrual Noise”, hipster Industrial in rosa e lamentazioni degne di quelle che un critico d’arte come Robert Hughes chiamava la “cultura del piagnisteo”. Se vi sentite offesi girate a largo. Brighter Death Now non è qui per farci la morale. Karmanik non è politicamente corretto nella sua opera di distruzione radicale, nel suo mostrarci il lato oscuro. Quello di BDN è un viaggio violento al termine della notte senza pudori e senza regole. “No safe space” quindi, del resto il mondo è un luogo atroce e violento, di lotta e dominio.

Tra droni e harsh loops si aggira ancora lo spettro della Cold Meat Industry.

Tracklist:

  1. Mobile Incinerator
  2. CowCunt
  3. Permanently Soiled
  4. Personal Booby Trap
  5. Sex Crazy Amerika
  6. Let Everything Rot
  7. Dissolved