Classifica dei migliori album del 2021… e ora lasciate che tutto bruci.

1) Det Kätterska Förbund – Lidaverken Del I: Att I Vådeld Förgås

Det Kätterska Förbund, ovvero “l’alleanza degli eretici”, è la sigla del nuovo progetto di Henrik Nordvargr Björkk (Mz.412, Folkstorm, Vargr, Pouppée Fabrikk, ) e Thomas Ekelund (Trepaneringsritualen, Dead Letters Spell Out Dead Words). Il frutto della collaborazione tra i due titani della musica (post) industrial ha richiesto ben cinque anni di preparazione. Il loro album d’esordio uscito per Cold Spring è per noi la migliore uscita del 2021.

2) Brighter Death Now – All Too Bad – Bad To All

Roger Karmanik incarna ancora oggi il suono autentico del Death Industrial, mai politicamente corretto nella sua opera di distruzione radicale, nel suo mostrarci il lato oscuro. Quello di BDN è un viaggio violento al termine della notte senza pudori e senza regole. “No safe space” quindi, del resto il mondo è un luogo atroce e violento, di lotta e dominio. Tra droni e harsh loops si aggira ancora lo spettro della Cold Meat Industry.

3) :Of the Wand & the Moon: – Your Love Can’t Hold This Wreath Of Sorrow

“Your Love Can’t Hold This Wreath Of Sorrow” potrebbe essere il perfetto epitaffio per il genere o forse un suo rilancio, magari in altre forme a venire, in un eterno ritorno di un certo Ur-folk europeo. Larsen mantiene un’attitudine lucidamente pessimista e visti i tempi come dargli torto? L’artista però non dimentica mai un’eleganza e uno stile impeccabile. Basterà per salvarci dalla banale mediocrità dei tecnici al servizio di una modernità in stato comatoso?

4) Rome – Parlez-Vous Hate?

“Parlez-Vous Hate?” è un disco diretto, di puro e combattivo folk-rock. Anche qui Rome si scaglia contro i paradossi e la degenerazione dei tempi moderni. Il nuovo album può essere considerato parte di una trilogia su una modernità in pieno disfacimento e ormai ripiegata su sé stessa. Ad essere presa di mira questa volta è la censura generata dall’ossessione per il politicamente corretto. Rome si scaglia contro quell’approccio culturicida e fondamentalista che dai paesi anglosassoni si è imposto in quasi tutto il mondo Occidentale.

5) Wardruna – Kvitravn

L’uscita di nuovo album dei Wardruna, “Kvitravn” ovvero “corvo bianco”, è l’ennesima conferma che il Nordic Ritual Folk gode di ottima salute. È un lavoro capace di esplorare un immaginario legato ad antiche tradizioni nordiche riconducibili ad una dimensione “animista”. Terminata la trilogia dedicata al suono delle rune e dopo aver approfondito la poesia e la prosa scaldica, i Wardruna si concentrano su una ricerca spirituale che vede la natura come un luogo di unità e guarigione da riconquistare con fatica e dedizione.

6) Beckahesten – Tydor

Beckahesten è un trio svedese formato da Peo Bengtsson, Per Åhlund e Viktoria Rolandsdotter dedito a una forma ambient sperimentale di nordic ritual folk dalle cupe atmosfere rosso sangue. È un viaggio affascinate nei boschi scandinavi sulle tracce di antichi riti mai dimenticati, evocati da voce, sintetizzatori e strumenti tradizionali. L’album è stato registrato in vari luoghi naturali tra Norvegia e Svezia, tanto che sembra risuonare l’eco di remoti spiriti, una sorta di richiamo ancestrale.

7) Peste Noire – Le retour des pastoureaux

“Le retour des pastoureaux” ci mostra l’evoluzione di un progetto che travalica i limiti del black metal per approdare ad una sorta di ferale neofolk. Il disco perfetto per affrontare il  neo-medioevo contemporaneo. È un album, pensato e scritto in un momento di fortissime tensioni sociali, che getta benzina sul fuoco e potrebbe essere la perfetta colonna sonora di agguerriti casseurs e gilets jaunes pronti ad assaltare l’Eliseo. Che la difesa del vero spirito d’Europa passi anche per per la visione estrema di un artista come Famine?

8) Graveland – Hour of Ragnarok

Siamo di fronte ad un ottimo ritorno che non scontenterà i fan dei Graveland. Un album consigliato anche per seguaci di Bathory, Summoning e del vero Black/Viking Metal, quello non mainstream e plastificato. L’ora del Ragnarǫk è la sinfonia del crepuscolo che avanza. Non fatevi trovare impreparati. Sembra quasi di vedere il lupo Fenrir spezzare le sue catene e dare inizio alla furia devastatrice del Ragnarǫk, tra orchestrazioni wagneriane e una sfuriata di batteria dai toni marziali.

9) Impaled Nazarene – Eight Headed Serpent

“Eight Headed Serpent” è un ritorno carico di follia, furia e rabbia. È un album che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come i finlandesi Impaled Nazarene abbiano ancora molto da insegnare alle nuove generazioni in fatto di estremismo sonoro. Gran parte delle canzoni non dura più di due minuti. Tutto è lanciato a folle velocità, tratteggiando le rovine di una civiltà sullo sfondo di una guerra nucleare dove tutto deve bruciare. Siamo di fronte ad un colpo ben assestato, degno dei loro migliori album degli anni Novanta.

10) Solitvdo – Hegemonikon

Una freccia scagliata contro il cielo: così si presenta il nuovo album di Solitvdo, ottimo progetto Black Metal proveniente dalla Sardegna. Sin dall’immagine di copertina “Hegemonikon” appare come una chiara dichiarazione d’intenti: la vita è una battaglia, “Vita est Proelium”. Come scriveva Julius Evola: “Portarsi non là dove ci si difende, ma là dove si attacca”.

11) Leidungr ‎- Gryning Flammar

12) Danheim – Domadagr

13) Nytt Land – Ritual

14) Sturm Café – Fernes Land

15) TourdeForce – Vargtimmar

16) Rome – Hansa Studios Session II

17) Unleashed ‎– No Sign Of Life

18) L’Amara – Nostra Signora Delle Galere

19) :NODFYR: – Eigenheid

20) MHOLE – Quando la morte ti sussurra sul permafrost

21) Winterblood – Finsternis

22) Taake / Helheim – Henholdsvis

23) King Dude & Awen – I Was Evil

Ci sono piaciuti molto anche:

Paysage D’Hiver – “Geister”
Funeral Mist – “Deiform”
Domjord – “Gravrost”
The Ruins Of Beverast – “The Thule Grimoires”
Helheim – “Woduridar”,
Kælan Mikla – “Undir Köldum Norðurljósum”.

Buon anno da Archeo Futurismi e ricordate: vivere è lotta!