Rome – Hansa Studios Session II

Sull’importanza degli Hansa By The Wall Studios non si discute. Ogni amante della musica dovrebbe adorare questo luogo mitico, dove artisti come David Bowie, Nick Cave, Iggy Pop, Depeche Mode, Einstürzende Neubauten, ecc hanno inciso i loro capolavori. Jérôme Reuter aveva omaggiato lo storico studio di registrazione berlinese realizzandovi nel 2016 una session dal vivo. Il frutto di questa esperienza, nuove versioni di otto brani del suo ricco repertorio, fu pubblicato l’anno dopo in un album intitolato “Hansa Studios Session”.

A distanza di pochi anni, Reuter pubblica oggi un nuovo album, intitolato “Hansa Studios Session II”. Si tratta di una nuova registrazione dal vivo realizzata sempre nel famoso edificio di Köthener Straße. A dar man forte al musicista lussemburghese troviamo Vlad Purice al basso, Eric Becker alla chitarra e Laurent Fuchs alla batteria e percussioni. L’intento questa volta è quello di presentare soprattutto nuovi brani tratti dai recenti album “Le Ceneri di Heliodoro” (2019) e “The Lone Furrow” (2020), due veri e propri capolavori che spiccano nella ricchissima  discografia di Rome.

Si parte subito con “Who Only Europe Know”, brano meraviglioso in cui Reuter si interroga sul passato e sul futuro del continente europeo. Tra ghetti a cielo aperto e pericoli incombenti, spicca la citazione del discorso del politico conservatore britannico Enoch Powell, pronunciato nel 1968. Si tratta del famoso “Rivers of Blood speech” dove Powell preconizzò per il Regno Unito disastri e problemi razziali causati da un’immigrazione di massa incontrollata. Anche Rome qui si chiede: “Will there be rivers of blood?”. Nell’originale era presente anche un campionamento del discorso originale di Powell che qui però è assente. Queste nuove versioni presentano, in generale, una struttura senza troppi campionamenti e suoni preregistrati. Segue l’ironica ed amara “The West Knows Best”, sempre tratta da “Le Ceneri di Heliodoro”.

Le percussioni di “Kali Yuga Über Alles” aprono una versione combattiva e schietta di una delle più belle canzoni scritte da Reuteur. È un vero e proprio inno contro le derive del mondo moderno. Il brano, pubblicato come il singolo che anticipava l’album “The Lone Furrow”, fu in origine ispirato dalla lettura di un libro dello scrittore finlandese Aki Cederberg, intitolato “Journeys in the Kali Yuga: A Pilgrimage from Esoteric India to Pagan Europe”. In questa nuova versione, più cupa e punkeggiante dell’originale, la chitarra elettrica di Eric Becker fa un lavoro egregio.

Chiude la prima parte del lavoro una bella versione acustica di “Uropia O Morte”. Si può star certi che l’URopia di cui parla la ballata di Rome non è certo quella della burocrazia malata e corrotta che occupa i palazzi del potere di Bruxelles ma un’Europa primigenia che arde sotto la cenere in attesa di risorgere come una Fenice. Significative sono le parole: “You said we didn’t bleed enough. Are we bleeding enough for you now?”.

Come a creare un fil rouge con il passato, la seconda parte dell’album si apre con una delle primissime canzoni scritte da Reuter. “Like Lovers” era apparsa sul primo EP di Rome, “Berlin”, pubblicato nel lontano 2006 per la Cold Meat Industry. Qui i piani di lettura s’intrecciano. C’è un omaggio a Berlino, la storia di due amanti sullo sfondo delle vicende europee del Novecento e soprattutto il verso che declama in piedi:
“Compromise? – Compromise – is not possible!”. Che sia questa l’URropia cui tendere? In ogni caso, questa versione di “Like Lovers” si erge sulle rovine di chitarre distorte e vale da sola l’acquisto dell’album.

Segue “Blighter”, brano dal vago sapore di folk apocalittico, tratto da un album di Rome ispirato a un suo viaggio in Vietnam, “Hall of Thatch” (2018). Subito dopo è la volta di “The Twain” – anche questa traccia, dedicata ai rapporti tra Oriente e Occidente, è presa da “The Lone Furrow”- mentre il gran finale è affidato ad un’intensa e malinconia “Skirmishes For Diotima”, brano da “The Hyperion Machine” (2016).

“Hansa Studios Session II” presenta ottime versioni di alcuni brani essenziali della discografia più recente dell’artista lussemburghese. A metà tra una compilation e una session live, l’album restituisce una visione viva e adrenalinica di un cantore dei nostri tempi. Reuter è un vero ribelle che non ha paura di sfidare l’ideologia dominante mantenendo sempre la schiena dritta. È “musica alternativa” si sarebbe detto una volta, quando era ancora possibile immaginare delle alternative al conformismo globalista.

Tracklist:

  1. Who Only Europe Know
  2. The West Knows Best
  3. Kali Yuga Über Alles
  4. Uropia O Morte
  5. Like Lovers
  6. Blighter
  7. The Twain
  8. Skirmishes For Diotima