Post Contemporary Corporation – Patriottismo Psichedelico

Patriottismo Psichedelico è quello di cui il Bel Paese ha bisogno e che forse non si merita. Post Contemporary Corporation di Valerio “Falco” Zecchini e compagni d’armi continua ad agitarsi inquieto in cerca di prede. È una strana creatura poetico-sonora che come un falco vola alto sulle rovine politiche, esistenziali ed umane del contemporaneo declamando i suoi slogan sagaci, beffardi ed ironici. Schiettamente, è una post-avanguardia per la fine dei tempi che guarda con un acuto occhio (post?) futurista al nichilismo di oggi, si spera sempre in virtù di un nietzschiano superamento dello stesso.

La voce di Zecchini, reduce dai suoi viaggi in oriente, recita con marcato accento emiliano i suoi poemi su scorie di musica sintetica post-industrial, ambient nevrastenico e chitarre elettrificate. Propio queste ultime sono l’esito delle ultime registrazioni inedite del compianto Dario Parisini dei Disciplinatha. A unire il tutto troviamo i sintetizzatori di Roberto Passuti e Luca Oleastri. Entrambi tessono trame sonore che potenziano ed esaltano l’ardito recital del Zecchini, “supremo sciamano della letteratura da ballo e da combattimento”.

Il lavoro si apre con un recital di un componimento del poeta Dino Campana ambientato sotto i portici di Bologna: “La giornata di un nevrastenico”. Si tratta, indubbiamente, di un testo che risuona ancora oggi di una forte attualità, come attuali suonano le sagaci invettive di un brano come “Avamposto della religiosità visionaria” o l’arguzia di “Heimat (occidentali esausti)”. Quest’ultimo episodio vede anche la partecipazione di Lisa P. Duse e Christian Ryder (TourdeForce).

Da notare anche che allegate al cd digipack (il cui l’ottimo artwork e progetto grafico è di Stefano Cardini) vi sono anche quattro cartoline con raffigurazioni di opere visive realizzate da Valerio Zecchini: Allegoria della vita ascetica parte I (2023), Wartime propaganda parte I (2023), Allegoria della vita impiegatizia (2024) e Greetings from the People’s Republic of China (2024).

In sintesi, siamo di fronte ad un lavoro molto interessante e mai banale: uno spoken word “post industrial” e psichedelico che ricorda un po’ le provocazioni di Carmelo Bene. A livello di contenuti si pongono anche sulla scia dei Disciplinatha più caustici e polemici. È un lavoro che macina stereotipi politici di destra e di sinistra e li ricompone in un collage poetico-sonoro dal sapore amaro vagamente post-esistenzialista e dadaista, ben esemplificato nello slogan efficace del Post Contemporary Corporation: “vivere è una vergogna”. Del resto, per molti, troppi, ciò è assolutamente vero e forse bisognerebbe sollevarli dall’imbarazzo.

Tracklist:

1 La Giornata di Un Nevrastenico
2 Nostalgia Unghiuta di Kuala Lumpur
3 Estremo Settentrione
4 Palingenesi Tardiva
5 Heimat (Occidentali Esausti)
6 Avamposto della religiosità visionaria
7 Incuranti
8 Paseo Por El Lado Salvaje En Barcelona ’92
9 Le Vostre Putride Esistenze Non Valgono Una Cicca (e Nemmeno la Mia)
10 Pellegrini Dell’innocenza (Esortazione Agli Straccioni)
11 Zen Monster (essere Interi Nel Frammento)
12 Bob Marley Era Una Brutta Persona
13 Nostalgia Unghiuta di Kuala Lumpur (V.2)