Niemandsrose – Come in terra, così in cielo

Come in terra, così in cielo è l’esordio su lunga distanza di Niemandsrose, progetto Neofolk cantautorale del brindisino Giuseppe Argentiero. L’album esce in vinile per Golden Morning Sound e segue la pubblicazione dell’EP Stalingrad, pubblicato nel 2020. Questi quattro anni di distanza hanno portato ad una decisa maturazione di un progetto che mette la storia d’Italia e d’Europa (sempre estremamente ed intimamente connesse) al centro. Anche questo lavoro, infatti, esplora i temi della Guerra, della Patria e degli Eroi nel primo Novecento, aprendo uno squarcio su storie mai dimenticate in cui il coraggio, l’epica, il valore individuale e collettivo erano linfa vitale e ragion d’essere per gli italiani del tempo.

L’album si apre con Die Niemandsrose che presenta una parte di “Salmo”, poesia in tedesco del poeta rumeno Paul Celan, la cui raccolta di poesie da il nome al progetto di Argentiero. Il brano è cantato da Nico Schwappacher della band Zwischenlichten. Qui siamo dalle parti del miglior Neofolk mitteleuropeo che ricorda band immortali come Forseti e Darkwood.
Segue “Incocca, tende e scaglia”, stupendo brano dedicata all’areonautica italiana (“Gheregheghez, ghez! Gheregheghez, ghez!” altro non è che il grido di battaglia degli aviatori italiani) con omaggi a piloti come Adriano Visconti e Carlo Emanuele Buscaglia. Alla voce troviamo Alessio Betterelli dei Varunna che canta anche in “Chi ha del ferro ha del pane” e in “Antonio Sant’Elia”. La voce di Betterelli si adatta alla perfezione alla musica di Argentiero, ponendosi su una via tipicamente “mediterranea” alla materia Neofolk che ricorda band italiche come Ain Soph, Foresta di Ferro, L’Amara e, ovviamente, gli stessi Varunna.

Si continua con “Nerves”, episodio ispirato al film di Alain Resnais, “Hiroshima mon amour”. Qui troviamo ai sintetizzatori la partecipazione di “A copy for Collapse”, progetto synth di Daniele Raguso, e alla romantica voce Raffaella Esperti. Segue e conclude la prima parte dell’album “Chi ha del ferro ha del pane”, tributo agli alpini e alla filosofia di Auguste Blanqui, rivoluzionario, attivista e politico francese. Torna il cantato dei Varunna per un brano schietto e diretto che ci parla di un’Italia orgogliosa ed indipendente, oggi purtroppo dimenticata dai più.

Il secondo lato del disco si apre con una canzone tributo ad “Antonio Sant’Elia” celebre artista ed architetto, ideatore del “Manifesto dell’architettura Futurista”, nonché valoroso militare italiano che si distinse eroicamente nella Grande Guerra, morendo giovane a Monfalcone nel 1916. Anche questo brano vede la partecipazione della voce di Betterelli. Assieme a “Incocca, tende e scaglia” è uno degli apici dell’album, dal tono epico e commovente ma mai retorico. Si va verso l’ultimo assalto alla ricerca della Bella Morte: “Come nell’ultimo assalto eri con Noi ma ora sei da solo con gli Eroi”.

“Asmara”, ovvero “la Piccola Roma”, è un brano dedicato alla capitale Eritrea e all’avventura coloniale italiana, cui segue “Estrema supplica” che ricorda la tragedia dell’esodo giuliano dalmata. Niemandsrose in questi due brani riesce a creare un affascinante caleidoscopio sulla storia dell’Italia che ricorda i momenti migliori dei genovesi Ianva, evidente fonte d’ispirazione die Nostri.
Il tutto si conclude con due ottimi brani: “Occhi verdi, occhi blu”, strumentale dedicato ai nonni di Argentiero, e “Stabat Mater”, preghiera dedicata alla figura della Madre e al suo dolore, anche emblema delle sorti della Patria che piange i suoi figli caduti. Quest’ultimo brano è degno dei migliori e più medievali Sol Invictus.

Musicalmente, Niemandsrose segna una decisa messa a punto di una via tutta mediterranea, epica, piena di pathos “orchestrale” al Neofolk. È un suono perfettamente curato nelle mille sfumature. La chitarra acustica di Argentiero si amalgama alla perfezione con la tromba di Francesco Salonna, un altro Francesco Salonna, un omonimo, al basso e contrabbasso, la fisarmonica di Bruno Galeone, il violino e viola di Domenico Nisi ed le percussioni di Davide Chiarelli. Da segnalare anche l’operato di Francesco Barletta al piano in “Incocca, tende e scaglia”.

Come in terra, così in cielo a questo punto si candida ad essere la migliore uscita Neofolk dell’anno, non solo in Italia ma a livello internazionale. Fenomenale album che dona lustro alla scena italica, purtroppo a volte ingiustamente sottovalutata ma capace di doni di straordinaria bellezza. Un grande tributo alla Patria con canzoni estremamente dettagliate nei loro riferimenti storici e culturali. Fatelo vostro.

Tracklist:

1.Die Niemandsrose
2. Incocca, tende e scaglia
3. Nevers
4. Chi ha del ferro ha del pane
5. Antonio Sant’Elia
6. Asmara
7. Estrema supplica
8. Occhi verdi, occhi blu
9. Stabat mater