Leggendo “Il trono oscuro. Magia, potere e tecnologia nel mondo contemporaneo”.

Il nuovo libro di Andrea Venanzoni arriva al momento giusto e affronta dei nodi cardine di un presente/futuro che s’interroga sul rapporto tra tecnologia e potere. L’autore de “Il trono oscuro” invita a pensare i due elementi in relazione ad una terzietà che li interpreta: la magia. La scommessa teorica di fondo dell’autore è quella di pensare che lo sviluppo tecnico del mondo digitale sia, per certi versi e a certe condizioni, il proseguimento della magia con altri mezzi e viceversa. Il riferimento alla frase di Carl von Clausewitz calza a pennello poiché da sempre magia, potere, tecnica e anche guerra si intrecciano indissolubilmente.

La magia condannata dal tribunale della ragione nell’epoca dei lumi ha continuato imperterrita il suo percorso sotterraneo sino ai giorni nostri. Venanzoni, da vero esperto della materia, ricostruisce l’importanza dell’esoterismo, d’incantesimi ed evocazioni durante tutto il Novecento (passando per la seconda guerra mondiale dove il conflitto fu anche sul versante magico e occultistico) sino ad arrivare alla Silicon Valley e alla nascita di start-up hi-tech dove però sembrano riecheggiare vecchi culti e un sapere magico-esoterico mai dimenticato.

Politici, imprenditori, amministratori delle più grandi aziende del mondo s’interessano a diverse tradizioni esoteriche e lo fanno anche alla luce del sole caldissimo della California. Alcuni imprenditori arrivano addirittura a finanziare festival “neopagani” come il Burning Man nel deserto del Nevada, una sorta di incrocio tra magia primordiale, sciamanesimo californiano e suggestioni cyberpunk. Quindi, in questo libro non troverete “grandi complotti da svelare” ma solo storie effettive e documentate di guerre di potere che rimandano, riecheggiano e riattualizzano “anche” procedure magico/esoteriche.

Certo, oggi questo “saper fare”, o meglio “saper far fare”, magico si serve di sofisticatissimi algoritmi predittivi, cibernetica e infrastrutture digitali ma idee, visioni e pratiche appartenenti a Chaos Magick, Thelema, cosmismo, persino suggestioni evoliane legate all’individuo assoluto, possono far luce su alcuni meccanismi profondi (o situati a diversi livelli) alla base dell’innovazione tecno-digitale contemporanea.

Tra visioni delle rete internet vista come una sorta di “noosfera”, tecnologica-esoterica e hackers considerati come maghi moderni, il libro fornisce un ottimo accesso a tematiche occulte che hanno un impatto considerevole sulle nostre vite, sul nostro presente e sul nostro futuro.

Per dare un esempio pratico di come un certo tecno-esoterismo sia una questione non secondaria e molte volte altamente impattante nella politica di oggi, citiamo il capitolo “Meme Magick: popolo e populismo esoterico al tempo del digitale” in cui si narra lo scontro, anche a colpi di meme, tra due diverse visioni esoteriche. Da una parte c’è quella della Silicon Valley (parte essenziale della “Cattedrale” direbbe il Nick Land dell’Illuminismo Oscuro) e un’altra propria di un’Alt-Right sostenitrice di Trump.

Scrive Venanzoni:

I riferimenti esoterici nei memi raggiunsero un notevole grado di intensità con il metaculto di Kek, antico dio egizio elevato a divinità dei troll che maggiormente si erano impegnati nella guerra totale digitale scatenata a favore di Donald Trump, la Great Meme War.

Dall’altra parte troviamo una Silicon Valley “che metabolizza e mescola tra loro dottrine orientali, prometeismo teurgico, gnosi tecnica e influenza della magia cerimoniale in California” in una visone progressista mainstream che ha radici profonde anche nel cosmismo russo e che Venanzoni riconosce come una sorta di “Maat Magick”.

Mentre la Chaos Magick è magia del tutto individuale, la Maat Magick è una forma che pur originando da una radice prettamente individuale si evolve mediante agglomerati alveolari e a sciame, in una dimensione da intelligenza collettiva che proprio come la Silicon Valley ambisce a trasformare l’umanità tutta.

Inevitabilmente, tale visione ordinatrice progressista e messianica va a scontrarsi furiosamente contro gli adepti contemporanei di una Chaos Magick americana composta essenzialmente da troll di Internet, individui che leggono (a modo loro e per i loro scopi) anche Evola. Lo fanno per creare dadaiste e provocatorie allucinazioni Flashwave (“un florilegio caotico di aforismi evoliani o della rivoluzione conservatrice su sfondi virati e dai colori pastello e con immagini guerresche”) con lo scopo di creare caos come arma contro la Cattedrale, per loro evidentemente omologante e spersonalizzante.

Anche il personaggio/icona Trump, in questa ottica, diventa qualcosa da usare per uno scopo magico, per forzare e rompere il sistema, “una pura essenza del disordine”:

Trump come Kalki, il divino distruttore, avatara di Vishnu che porterà alla irradiazione della fine dell’era oscura del Kaly Yuga attraverso una deflagrazione caotica e imprevedibile.

In conclusione, l’autore compie un’abilissima ricognizione su questioni centrali del nostro tempo. Venanzoni evita agilmente dicotomie e abusati luoghi comuni giornalistici sul tema per costruire una mappa approfondita e iper-dettagliata. La lettura è scorrevole anche per chi non ha una grandissima conoscenza di esoterismo grazie ad una prosa scorrevole e brillante. “Il trono oscuro” è uno di quei libri che appena finto di leggere ti fa venir voglia di riprenderlo in mano, controllare tutte le note, la bibliografia ricchissima e accurata, e poi andare a caccia di altri libri per approfondire le molte piste indicate.

Non c’è che dire, la Luiss University Press che ha dato alle stampe il testo di Venanzoni sta facendo un lavoro eccellente e coraggioso, dando spazio anche a certe tematiche controverse (accelerazionismo, gli scritti di Nick Land, ecc) che contribuiscono a gettare nuova luce prometeica sul nostro presente/futuro oscuro.

L’autore de “Il trono oscuro”, Andrea Venanzoni è costituzionalista e Segretario generale del Forum nazionale delle professioni. Autore di saggi apparsi sulle più rilevanti riviste di diritto pubblico e diritto delle nuove tecnologie, scrive su Il Sole 24Ore, Il Foglio e sulla rivista della Fondazione Leonardo, Civiltà delle Macchine. Collabora con le cattedre di Diritto costituzionale e di Diritto delle tecnologie dell’informazione, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre.