Graveland – Hour of Ragnarok

Nato nel 1992 come un progetto di Robert Fudali, detto Rob Darken, i Graveland sono presto divenuti un nome di culto nella scena Black Metal più nera. Partito dagli incubi lo-fi di “Carpathian Wolves”, album vicino al primitivo sound norvegese di band come Darkthrone e Immortal (quelli dei primi anni Novanta), i Nostri hanno si sono progressivamente spostati verso un Viking Metal alla Bathory mantenendo sempre un’attitudine grezza e brutale.

Oggi il gruppo Pagan Black Metal polacco torna con un disco di brani inediti. Le uscite realizzate dal 2013 contenevano versioni reinterpretate e riregistrate di materiale precedente. L’album, intitolato “Hour of Ragnarok”, è dedicato al fato degli dèi, all’epica battaglia nella quale l’intera cosmogonia norrena sarà distrutta e in seguito rigenerata.

Con il missaggio delle tastiere che svetta rispetta ai lavori precedenti, “Hour of Ragnarok” segna un’evoluzione nel suono dei Greveland. Un piccolo balzo in avanti che comunque non snatura la loro rude carica paganeggiante alla Bathory. Lo spettro di “Blood Fire Death” è sempre dietro l’angolo. Brani come “The Wolf of Twilight” e “Enlighted by the Wisdom of Runes” richiamano non poco la prosa di Quorthon. Qui, però, emergono con forza anche suggestioni epiche alla Summoning.

Rimane la voce di caratteristica di Rob Darken a far da ponte con il passato ma c’è spazio anche per un cantato pulito (“Children of Hyperborea” e “Following the Azure Light”) che non guasta nell’insieme. Corni da guerra e tamburi che ricordano le colonne sonore di Basil Poledouris ben si sposano con blast beats e chitarre taglienti in pure stile Graveland, mentre compare anche il suono di un flauto.

Da segnalare il roboante inizio di “The Wolf of Twilight”. Sembra quasi di vedere il lupo Fenrir spezzare le sue catene e dare inizio alla furia devastatrice del Ragnarǫk, tra orchestrazioni wagneriane e una sfuriata di batteria dai toni marziali.
Pregevole è anche la nuova versione di “River of Tears”, qui traccia finale. Il brano era apparso in origine su “Fire Chariot of Destruction”, album del 2005. Nella nuova versione si da spazio maggiormente a una componente epica di stampo folk/viking metal.

In generale, siamo di fronte ad un ottimo ritorno che non scontenterà i fan dei Graveland. Un album consigliato anche per seguaci di Bathory, Summoning e del vero Black/Viking Metal, quello non mainstream e plastificato.
L’ora del Ragnarǫk è la sinfonia del crepuscolo che avanza. Non fatevi trovare impreparati.

Tracklist:

  1. The Wolf Of Twilight
  2. Hour Of Ragnarok
  3. Conspiracy Of The Wizards
  4. Children Of Hyperborea
  5. Following The Azure Light
  6. The Three Gifts Of The Gods
  7. Enlightened By The Wisdom Of Runes
  8. River Of Tears