Den Sorte Død – Depressiv Magi

From above corroding skies adrift with clouds of grey.
Through spiraling voids undone by stars colliding.
Past infinite aeons of spectral mists forgotten.
The crying cosmos flaps its wings.
Releasing waves of depressive magic.
Hurling storms of piercing sorrow.
Crashing against the fraying shore of human flesh.

Queste le parole che accompagnano l’uscita del nuovo album della “morte nera”, in danese Den Sorte Død. Il duo danese-svedese nasce nel 2016 dalla collaborazione tra Offermose (Anders Nydam) e Angst (Daniel Silwerfeldt), due progetti elettronici a cavallo tra Dungeon Synth e reminiscenze Berlin School.

Già dall’EP d’esordio “Intet Kan Stoppe Den Sorte Død” i Nostri mettevano in campo una formula arcana e senza tempo che riusciva ad unire un oscuro Dungeon Synth alla Mortiis (Era I) con le esplorazioni cosmiche di Klaus Schulze. Oggi, giunti al quarto album su lunga distanza, Nydam e Silwerfeldt raggiungono nuovi picchi di quella che viene descritta da loro stessi come la magia depressiva di un cosmo che piange.

In effetti, “Depressiv Magi” è pura melanconia anti-cosmica. È un album che, sinora, presenta la miglior immagine di copertina dell’anno. È sicuramente la più esplicita e la più adatta a descrivere la musica del duo: sei in una buca; la luce è visibile solo da una feritoia lontana che non riesci a raggiungere; è l’occhio di un drago e tu ci sei dentro. A questo punto, ti protenderai disperatamente verso l’uscita e la luce che però nasconde l’ignoto, oppure preferirai nasconderti al sicuro nel buio umido della caverna? Tira il dado.

Attorno a te, senti un vortice a spirale di arpeggi di synth che provengono da un mondo già morto. Eppure, gli incantesimi di una musica cosmica non smettono di tornare come un fantasma infestante che cerca di sottrassi alla tirannia della luce accecante.

Passato, presente e futuro sembrano avvolgersi su stessi in una temporalità sferica “archeofuturista” che in ogni punto (ri)genera se stessa. Gli arpeggi evocano visioni ancestrali. Come turbini melodie appaiono e decadono mentre creando una sorta di colonna sonora per civiltà morte o per viaggi interstellari verso culture aliene.

L’album è un perfetto viaggio ipnotico che fa tornare alle mente vecchi film fantasy e sci-fi degli anni Ottanta, mentre su tutto trionfano visioni notturne e solitarie, relegate in un angolo delle mente: la caverna cava dei ricordi e l’occhio accecante del drago in cui sei precipitato.

Il duo, ormai accasatosi presso l’ottima label Cyclic Law, si conferma ancora una volta un progetto essenziale per tutti i cultori di Dungeon Synth e musica cosmica ma, in realtà, il loro mortifero Dark Ambient affonda nelle viscere degli anni Novanta targati Cold Meat Industry, la tradizione della musica nordica Post-Industrial più fredda e oscura. La morte nera è qui e non fa sconti a nessuno.

Tracklist:

  1. Den Evindelige Skygge
  2. Depressiv Magi
  3. En Vind AfInfernalsk Ulidelighed
  4. Sortsind
  5. Håbløsheden
  6. Den Kosmiske Forbandelse