Demon Tears, il nuovo libro di foto e testi di Steve J. Drakos, nel segno di Prometeo

Ognuno è il Satana di qualcun altro, su questo microscopico globo perso tra le galassie. È di moda oggi considerare certe ‘élites’ tiranniche del nostro pianeta come ‘adepti’ del Signore Infernale, ‘ministri del Demonio’ ecc. A me sembra che la verità sia esattamente l’opposto. L’archetipo del Diavolo è il Prometeo che ha avuto il titanico coraggio di ribellarsi alla teocrazia universale e al bigottismo di massa creando un’alternativa di vita fondata su potenza attraverso la gioia, o viceversa”

Steve J. Drakos

Demon Tears, il nuovo libro di Steve J. Drakos, presenta “fotografie d’arte senza rimorsi” e 36 poesie realizzate dall’autore di “XXVIII Poemi di Sangue e Fede” e “Atene, libro in tre demoni“. Foto in bianco e nero, immagini “per adulti”, fanno da colonna visiva ai testi dell’artista non conforme. Drakos – membro fondatore e chitarrista del gruppo skinhead italiano Nabat e, in seguito, componente degli inglesi Skrewdriver – qui solca un immaginario fatto di sesso, lacrime di demonio e sudore. L’artista ellenico ci ricorda nell’introduzione che il vero archetipo del diavolo è il titano Prometeo e che sua è la via della potenza.

Le immagini del sesso oggi vivono in massima parte come simulacri di un desiderio banale e sbiadito. Sono prodotti da un’industria dell’intrattenimento e sembrano realizzate per scaricare e drenare via le energie e la potenza sessuale maschile. All’opposto, le foto di Drakos sono immagini di alta classe, mai banali, dove spirito ribelle e materia si compenetrano violentemente. Sono realizzate per infondere energia alla nostra gente (come ci ricorda l’editore Andrea Lombardi nel suo testo di presentazione).

Vi è una componente profondamente nietzschiana nel lavoro di Drakos. I chiaroscuri sono netti, tutto è intensificato, i muscoli e le carni sono tesi, mentre i ruoli dei protagonisti, maschili e femminili, sono sempre ben chiari. C’è una gerarchia di forze in campo esplicite, limpide e lussuriose al contempo. Tutte le immagini trasudano volontà di potenza e desiderio di dominio. “Quello che vogliamo è quello che otteniamo e, sopratutto, è quello che ci prendiamo con la forza” sembrano dire le immagini. Sopratutto, esse balzano agli occhi come un atto d’accusa contro l’enuchismo e il politicamente corretto contemporaneo. Non c’è spazio qui per chi si lamenta o peggio si compiange: nessuna pietà verso la debolezza o il bigottismo che non appartengono al vero spirito europeo arcaico a cui Drakos giustamente si richiama.

I testi confermano una via affermativa che non lascia spazio a titubanze o dubbi. Secondo l’autore sono realizzati nel decennio 1990-2000 a partire dalla sua attività musicale; poi rielaborati e raffinati, infine messi a confronto con la sua attività fotografica.
L’unione tra testi e immagini sprigiona zolfo, gode nel provocare l’osservatore/lettore. Tutto si muove tra scrittura automatica e potere della Natura che viene lasciato emergere ed eruttare tra le righe. È un sentire orgiastico che è affermativo, è una voglia di andare oltre: “vade ultra!”.
Le lacrime del demonio è chiaro che qui sono lacrime di piacere. Uno spirito dionisiaco fieramente europeo con bellissime donne e maschi virili con il culto dell’azione.

Il libro, in italiano ed in inglese, esce per Front Of Hell Records & Press e mostra un’estrema cura nella grafica e nell’impaginazione. Presenta anche un’ottima carta che fa ben risaltare il bianco e nero delle foto.
Per concludere, vale la pena citare le parole di Drakos: “se dalle tenebre guardi verso la luce vedi molte cose, se sei in piena luce e guardi verso la tenebra vedi all’incirca il nulla”. Ecco, questo libro è un ottimo punto d’osservazione: dal buio della tenebra verso la luce che forma, scolpisce i corpi e il desiderio.